Incredibile Nuova Zelanda

Una terra spettacolare, dai geyser di Rotorua alle spiagge della Bay of Islands, sino a Auckland, la citta' della vela.
Natura e sport. Sono il binomio vincente di un terra dai tanti primati - il piu' curioso e' quello delle pecore che sono 12,5 per abitante -, dalla bellezza sconvolgente, con i suoi numerosissimi vulcani e geyser, "clean & green", pulita e verde. E' la Nuova Zelanda, la terra dei Maori, fiera razza polinesiana che per prima si stabili' nell'isola settecento anni or sono.

E del kiwi, l'uccello incapace di volare che e' il simbolo dei suoi quasi 4 milioni di abitanti. Per venire qui bisogna fare letteralmente il giro del mondo. La Nuova Zelanda, si trova esattamente agli antipodi dall'Italia, tanto che le stagioni sono l'opposto che da noi: quando qui e' inverno li' e' estate e viceversa. Il primo europeo ad avvistarla fu il navigatore Abel Janszoon Tasman nel 1642, ma il suo incontro con la tribu' indigena fini' con un massacro e la fuga degli invasori.

Nasce probabilmente allora la fama dei Maori, tribu' guerriera che, intorno al 1300, parti' in canoa dalla Polinesia senza mappe ne' bussole per percorrere piu' di 2000 miglia di oceano e stabilirsi qui. La leggenda vuole che sia stata il pescatore Kupe, inseguendo una piovra gigante, ad avvistare per primo queste terre esclamando "He ao! He ao!" (una nube, una nube!).

Da qui il nome che ancora oggi i Maori usano per chiamare la Nuova Zelanda, Aotearoa, "il paese dalla lunga nuvola bianca". Nel 1769, con l'arrivo di James Cook a Poverty Bay, inizio' la colonizzazione inglese che porto' nel 1840 alla ratifica del trattato di pace con il capo Maori Waitangi. Oggi la loro cultura e le loro tradizioni sono molto rispettate e la lingua Maori e' considerata, al pari dell'inglese, lingua ufficiale.

Divisa in due isole maggiori, l'Isola del Nord detta "isola fumante" per i molti geyser, piu' piccola ma dove vive piu' di un terzo degli abitanti, e l'Isola del Sud, piu' selvaggia e aspra, la Nuova Zelanda deve il suo fascino alle molte bellezze naturali e ai panorami mozzafiato. Popolo dal forte spirito ecologico, i kiwi - come sono chiamati i neozelandesi - hanno messo sotto tutela ambientale ben un terzo del loro territorio.

La citta' piu' grande e' Auckland (la capitale invece e' Wellington), col suo milione di abitanti, che si trova in una baia ricca di insenature nell'Isola del Nord. La citta' si e' sviluppata su un vastissimo territorio collinoso costituito da piu' di 60 vulcani spenti e ha un'estensione seconda solo a Los Angeles. E' conosciuta anche come "City of Sails", la citta' della vela, per la passione comune a tutti i suoi abitanti assieme alla spiaggia e al barbecue, quest'ultimo vero totem dei neozelandesi, immancabile in ogni casa che si rispetti.

Da Auckland si parte per una delle piu' famose localita' della Nuova Zelanda, la splendida Bay of Islands, 800 chilometri di costa che racchiudono 144 isole, ideale per gli amanti del mare e della pesca d'altura. Ma la meta piu' visitata e spettacolare dell'Isola del Nord rimane la regione di Rotorua, situata lungo la faglia che corre dalla White Island alla Bay of Plenty fino al Monte Ruapehu, nel Tongariro National Park.

Oltre che citta' depositaria della cultura Maori, Rotorua e' soprattutto la citta' termale piu' grande dell'emisfero meridionale. Nota anche come Sulphur City, per i suoi numerosi vulcani attivi o spenti e l'intensa e spettacolare attivita' termale dei geyser, come il Pohutu.

Dal rugby, che e' lo sport nazionale e i cui ambasciatori all'estero sono gli invincibili All Blacks, che prima di ogni partita cantano la "haka", l'urlo di guerra Maori. Sino al golf, praticatissimo, tanto che il paese dei kiwi ha il record mondiale di campi da golf pro-capite (oltre 400 su una popolazione di quasi quattro milioni di abitanti);
ma e' soprattutto la vela la grande protagonista e passione dei neozelandesi. Proprio nelle acque davanti ad Auckland, sino al 31 marzo 2000, si svolge la mitica Coppa America, la piu' importante regata velistica del mondo.

(-www.viaggeria.it-)

Consigli per il prossimo viaggio: il Marocco.

Siamo tornati a parlare di un paese non troppo lontano dall'Italia ma non per questo meno affascinante, il Marocco.
Se avete deciso di conoscere finalmente l’Africa, sappiate che il Marocco è il punto di partenza ideale per visitare questo meraviglioso continente: è facilmente raggiungibile dall'Europa ed è una terra accogliente e stimolante. Un viaggio nella storia del Marocco si può vivere visitando le quattro città imperiali: Rabat, Meknès, Fès e Marrakesh, ma il Marocco è anche Casablanca, dove potrete acquistare i tipici tappeti che i mercanti espongono i mostra sui tetti e le facciate delle case.

Ciò che sicuramente apprezzerete del Marocco è la cucina, caratterizzata da mille sapori provenienti dalle specialità regionali. Piatto tipico del Marocco è il couscous, servito con stufato di agnello e verdure e condito con una salsa molto piccante. Altro piatto tipico è la pastilla, che consiste in un composto di carne di piccione, uova, mandorle, cannella, zafferano e zucchero, racchiuso in diversi strati di una sfoglia detta ouarka. Ogni pasto marocchino è accompagnato dal pane fresco, che spesso è servito anche a colazione, con olio di oliva, oppure olio di mandorla e miele. Senza dubbio avrete l’occasione di assaggiare la bevanda nazionale del Marocco, il tè alla menta, che viene preparato con tè verde cinese, rametti di menta fresca e zucchero.

L'incantevole Marrakech

15 chilometri di mura antiche per racchiudere una città che nasconde una magia speciale, il profumo del Marocco tra queste mura del XII secolo, una destinazione obbligatoria per chi desidera una vacanza all' insegna della scoperta e del relax. Tra le tappe da visitare la Moschea Koutoubia, una delle moschee più importanti e grandi del mondo musulmano, realizzata in stile ispano-moresco, un equo compromesso tra lusso e religiosità.

Per le proprie vacanze in Marocco, il Bazar di Marrakech è un luogo che rievoca atmosfere lontane, l' anima della città dove cercare i migliori pezzi dell' artigianato locale, e magari, come spesso accade, bere un thè con il venditore mentre si contratto il prezzo finale. Piazza Djemaa el-Fna, invece, è il punto d' incontro di molti giocolieri, danzatori e incantatori di serpenti, una sorte di palco all' aperto dove imbattersi in stupendi spettacoli di strada, oppure scegliere tra i vari banchi di frutta e spezie, i cibi da acquistare.

Incantevoli i giardini di Marrakech, antica passione che risale al tempo degli Almoravidi, sparsi nelle varie zone della città, un amore che rende Marrakech ancora più unico e speciale, un paesaggio irripetibile, come ad esempio quello offerto dall' Agdal, un luogo che custodisce una storia antica, interamente circondato da stupendi cipressi, mentre il palmeto di Marrakech conta ben 100 mila alberi. I giardini Majorelle, infine, sono situati a nord est del Gueliz e sono un magnifico esempio di meraviglia naturale, un insieme di bougainvillee, alberi del cocco, banani, palme e piante esotiche.

(-viaggi.excite.it-)

Viaggi da sogno: Maldive

Come al solito torniamo a parlare di un 'evergreen' del viaggio di evasione: le Maldive, un arcipelago affascinante ideale per chi voglia veramente 'staccare la spina'.
Interamente circondato da due grandi atolli, la maggioranza delle isolo sono a stento più grandi di due metri, dalla superficie non emergono che colline di pura sabbia bianca, coperte di vegetazione tropicale con le palme di noci di cocco. Le loro lagune sono di chiaro cristallo, dentro le quali troverete inclusa la barriera corallina dove pullulano esotici coralli. L'isola è gettonata da sub e amanti di snorkelling da tutto il mondo. Per chi non si è mai tuffato, questa è l'occasione perfetta per imparare.

Le acque sono calde, il sole è splende sempre, c'è una abbondanza di posti turistici con scuole d'immersione.

Delle 12.000 isole meno di un decimo è abitato e meno della metà di queste hanno avuto tutto lo sviluppo dovuto al turismo. La capitale Male occupa un'intera isola e l'aeroporto un'altra. Ogni isola è un mondo a se stante.
Le Maldive sono vivamente consigliate per coloro che desiderano dedicare le loro vacanze al totale riposo.

Cosa vedere

Nonostante i numerossisimi atolli che formano le Maldive i più particolari che meritano di essere visitati sono:

Atollo di Ari: uno dei più famosi e il secondo per sviluppo turistico. Contiene al suo interno 105 isole, di cui solo quindici sono abitate. Per gli appassionati delle immersioni, assolutamente da visitare è Maaya Thina, punto d'immersione ed anche d'avvistamento degli squali;
Atollo di Baa: racchiude al suo interno il piccolo atollo di Goidhoo, dieci isole abitate e quaranta disabitate. Il turismo è sviluppato ancora poco e i fondali sono particolarmenti unici e affascinanti da vedere.
Atollo di Malè Nord: qui è cominciato lo sviluppo dei resort turistici circa tren'anni fa. E' formato da quasi trenta isole. La sua parte meridionale è ideale per le immersioni e per ammirare i coralli, mentre a est si ritrovano numerosi surfisti.
Atollo di Malè Sud: comprende una laguna blu molto ampia dove sorgono le note isole di Dhigufinolhu, Veligandu Huraa e Bushi.
Atollo di Rasdhoo: sul reef esterno dell'Atollo di Ari, Rasdhoo è molto piccolo e perfetto che gli avvistamenti della fauna ittica. Qui vivono ad esempio i famosi squali martello.

Spiagge


E’ difficile da trovare un Eden più bello di una tipica spiaggia delle Maldive, pacifica e non affollata con le sue pure sabbie bianche come neve è perfetto per coloro che cercano il relax totale. Le Maldive sono inoltre popolari per gli appassionati di sport acquatici.

Le attrezzature necessarie sono facilmente reperibile per la maggior parte degli sport come windsurf, navigazione con il catamarano, sci d’acqua e canoa. La popolarità delle Maldive per i tuffatori e i sub è leggendaria e per chi non si è tuffato mai, è l’occasione perfetta per imparare. Le acque sono calde, il sole brilla sempre e la vita marina è straordinaria.
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Dove mangiare

Dato il paradisiaco isolamento dell’isola, gli hotel provvedono al vostro fabbisogno culinario – sia che facciate ricadere la scelta su alimenti locali, continentali, buffet o barbecue esotici. I pesci e le noci di cocco sono gli unici articoli che non devono essere importati, e tendono a trovare un loro senso sulla maggior parte dei menù, i piatti spesso sono accompagnati dal curry dello Sri Lanka e Indiano, data l’ampia influenza che la cucina della zona subisce da queste località.

L’aragosta locale con il dorso spinoso è una squisitezza e i frutti di mare, appena pescati sono un’altra prelibatezza. Per un pranzo più moderno, ci sono i caffè e i ristoranti nella capitale, Male.
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Vita notturna

La natura stessa del luogo offre un intrattenimento meraviglioso quando la sera arriva. Dai tramonti accesi di rosso e punteggiati di stelle, al fruscio delicato delle foglie di palma ed all’ ripetitivo rumore delle onde che su infrangono contro le sabbie polverose, lo spettacolo della vita notturna delle Maldive dovuta dalla bellezza di tutto l’intorno.

Amata dalle famiglie, dalle le coppie e dagli sposi in viaggio di nozze che cercano una zona appartata, la vita notturna delle Maldive tende ad essere abbastanza calma, con gli hotel che offrono comunque intrattenimento di piccole discoteche che offrono balli locali.
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Shopping

Lontano dalle acque del cristalline, potete acquistare localmente gli articoli popolari come il feyli, bei parei, ornamenti del onyx e monili tipici, i quali saranno ricordi e regali ideali da portare a casa. Male è il posto migliore per l’acquisto delle merci importate e se state cercando qualche oggetto esente da dazio, l’aeroporto internazionale di Male offre una buona selezione di merci, dalle macchine fotografiche, estetici, attrezzatura elettriche ed elettroniche ed altri prodotti.

Il bazaar di Singapore a Male vende una gamma di artigianato di Maldive, comprese le stuoie tessute con le fibre locali e le sculture molto piccole delle barche di dhoni, l’Atollo di Baa è famoso per il suoi lavori laccati fatti dagli artigiani esperti delle isole circostanti. Importante è illegale prendere del corallo dalle isole, così come comprare oggetti fatti con parti di tartarughe.

(-viaggi.tui.it-)

Benessere viaggiando: le Terme dei Papi

Dagli etruschi ai romani, da Dante a Michelangelo, sono in tanti ad aver scoperto ed apprezzato le risorse termali di Viterbo. Ma, tra tutti, molteplici Papi tra cui uno, Niccolò V, fu visitatore talmente assiduo da aver determinato la fama dell’area ove sgorgano le acque dalle proprietà benefiche oggi conosciuta come “Terme dei Papi”.
Un po’ di storia
Furono gli etruschi a sfruttare per primi le proprietà delle acque termali di Viterbo, così che quando i romani nel III secolo a.c. distrussero i borghi che si trovavano oltre le vette del Cimino, mantennero invece funzionanti le strutture che la popolazione locale aveva edificato al termine di una strada che partiva dal borgo di Surrena, destinato a diventare Viterbo: per molto tempo, quindi, le Terme furono dette “degli etruschi”.
I romani, quindi, seppero sfruttare le risorse termali della zona, ampliando le strutture i cui resti, oggi, sono visibili per ben 11 chilometri lungo l’antica Via Cassia, con vestigia particolarmente significative nelle prossimità delle tre sorgenti maggiormente sfruttate: la Aquae Passeris, la Paliano e la Bullicame; numerosi gli scritti che documentano la popolarità delle terme viterbesi, tra i quali anche una testimonianza del medico dell’Imperatore Tiberio, Scribonio Largo.
Il nome di “Terme dei Papi” con il quale è oggi conosciuto il complesso termale di Viterbo, è naturalmente correlato all’uso che ne vollero fare i pontefici. Il primo Papa di cui è stato tramandato l’utilizzo delle acque benefiche fu Gregorio IX, cui fece seguito Bonifacio IX, che soffriva di dolori alle ossa e che giunse a Viterbo nel 1404 su suggerimento dei priori locali. Tuttavia il Papa che ha lasciato il segno più importante sulle Terme è stato Niccolò V che fece edificare in loco nel 1450 un palazzo (“Bagno del Papa”) per poter soggiornare più comodamente durante le sue assidue frequentazioni; pochi anni dopo anche Pio II volle dare un significativo contributo alle terme di Viterbo promuovendo importanti lavori di ristrutturazione e ammodernamento.
Papi a parte, le Terme di Viterbo hanno avuto altre, prestigiose frequentazioni quale quella di Michelangelo, che le volle anche ritrarre in due disegni a penna oggi conservati al Museo di Vicar de Lille, in Francia, e prima di lui quella di Dante Alighieri che citò la sorgente Bullicame più volte nel corso della Divina Commedia.
Ad un periodo di decadimento delle terme e dell’intera area conseguenti alle devastazioni dei lanzichenecchi nel ‘500 e ad una imponente alluvione nel ‘700, ha fatto seguito una ripresa alla fine dell’800.
Le acque termali
Le acque di Viterbo emergono da una frattura della crosta terrestre lunga 12 chilometri: si tratta di acque ipertermali con una temperatura che varia dai 40° ai 50° ricche di sali di zolfo e bicarbonato di calcio, classificate come sulfureo-solfato-bicarbonato-alcalino-terrose. La sorgente più importante, come detto, è la Bullicame, le cui caratteristiche chimico-fisiche la rendono particolarmente efficace per il trattamento delle affezioni croniche dell’apparato respiratorio, per quello osteoarticolare ma anche per le malattie della cute, dell’apparato genitale e per le malattie dismetaboliche. Altre acque dalle diverse composizioni vengono utilizzate in gastroenterologia, angiologia e stomatologia; in particolare, quelle del Bagno del Papa, a carattere carbonico-ferruginoso, possiedono proprietà utili nel trattamento della vasculopatie periferiche.
Molto utilizzati ed apprezzati, alle Terme dei Papi, anche i fanghi che si presentano in forma già matura sul fondo argilloso di un laghetto vulcanico detto Bagnaccio: il fango lavico di colore grigio viene utilizzato in fangoterapia mentre quello sorgivo di colore bianco trova il suo utilizzo principale nei trattamenti estetici.

Gli stabilimenti termali
Rinnovate ed ampliate nel 1994, le strutture dei Bagni dei Papi sono tra le più attrezzate del Lazio e offrono le cure tradizionali della medicina termale – dalle inalazioni alla fangoterapia, dalla sauna ai massaggi – ma anche molte terapie, comprese quelle dermatologiche ed estetiche e quelle dolci e rilassanti della tradizione orientale. Dotate di albergo e ristorante, hanno come fiore all’occhiello una piscina monumentale di oltre 2000mq alimentata dalla sorgente del Bullicame ed utilizzabile anche durante i mesi invernali.
Rinomata anche la grotta terapeutica caldo-umida, ove l’acqua ipertermale cade sotto forma di cascatelle creando così in modo naturale le condizioni climatiche ed ambientali e dove dopo il trattamento è possibile rilassarsi in un’area apposita prima di sottoporsi ad una doccia rinfrescante.
Le aree termali aperte liberamente al pubblico sono quelle di Bagnaccio, alimentata da diverse sorgenti sia ipertermali che ipotermali ma priva di servizi, quella del Parco del Bullicame (anch’essa senza servizi) e la Piscine Carletti, costituita da due sorgenti ipertermali con caratteristiche simili a quelle del Bulicame.
A pagamento e dotata di servizi è il Centro termale delle Masse di San Sisto, nel quale sono presenti due vasche, una grande con acqua termale calda ed una più piccola con acqua termale tiepida.
Turismo nei dintorni Viterbo e le sue terme si trovano nella regione della Tuscia, tra il Mar Tirreno, la Toscana e l’Umbria. Anticamente abitata dagli etruschi, la Tuscia conserva ancora molteplici testimonianze della loro civiltà così come quelle della epoca romana augustea. Imperdibile, per gli amanti del turismo archeologico, una visita alla città di Tarquinia con una vasta necropoli ove si possono ammirare, tra l’altro, delle pitture tombali e un museo di vestigia etrusche tra i più importanti d’Italia. Altre città da vedere sono Ferento, che conserva uno splendido teatro romano, Vulci, Tuscania, Vitorchiano e la medievale Civita di Bagnoregio, la “città che muore”, cui si accede solo a piedi per mezzo di un ponte stretto e lungo e che sovrasta una grande vallata sottostante con un panorama molto suggestivo. La stessa Viterbo offre numerosi motivi di interesse culturale, in gran parte legati ai fasti papali come il quartiere di San Pellegrino, nel pieno centro della città, sede di molte botteghe d’arte ed edifici come il celebre Palazzo dei Papi o la Cattedrale con il campanile gotico e la facciata rinascimentale.
Gli amanti del turismo naturalistico potranno inoltrarsi piacevolmente nei boschi dei Colli Cimini, ove è possibile anche passeggiare a cavallo e ammirare scenari come quello offerto dal Lago di Vico, di origine vulcanica o il lago di Bolsena, il più grande d’Europa, che offre la possibilità di raggiungere in barca le isole Martana e Bisentina.
Non lontano da Viterbo altre mete turistiche come Bagnaia, con la rinascimentale Villa Lente, Caprarola con il Palazzo Farnese e Bomarzo, con il celebre “Parco dei Mostri”.

(-www.benessere.com-)

Paesaggi incantati: la Norvegia

In Norvegia bisogna assolutamente andarci due volte: la prima, da single. È la terra della bellezza a iniziare dagli abitanti: donne perfette, algide, smaglianti, chiare, ma non pallide e uomini atletici ed affascinanti. I bambini poi rasentano la perfezione: il paradigma della bellezza, biondi occhi grandi e chiari, intensi, fossetta sul mento, viso tondo, nasino all’insù. Ne abbiamo visti in un giorno feriale moltissimi in giro, specialmente al Vigeland Park. In Norvegia statue dappertutto e il Vigeland Park è l’apoteosi di questa tendenza: un parco di sculture di Gustav Vigeland, metri di bronzo e pietra in forme umane, giovani, bambini, vecchi, raffigurati intrecciati, giocosi, in movimento. E le sculture le ritrovi anche al Porto, altro posto affascinante, dove si respira ancora aria di lega anseatica.
Siamo poi partiti da Oslo in macchina dirigendoci verso il Telemark. Abbiamo attraversato posti, dei quali non conoscevo neanche il nome e, sfidando il riottoso navigatore, che la voce femminile non rendeva comunque persuasivo, abbiamo visto la Chiesa di legno di Heddal, la più grande di tutta la Norvegia, risalente ai primi del XIII secolo. Entrare in queste chiese offre una sensazione incredibile: ci si sente paracadutati, attraverso un film di Bergman, indietro nei secoli. Un odore forte di legno antico, anche gli arredi sacri in legno. Il senso del mistero, il senso del peccato, il senso della grazia. Nel cimitero di fronte la storia di una comunità. Anche la bigliettaia, deliziosa bambolina norvegese in costume tipico, sembra venire da un altro tempo.
Il Telemark offre spaccati paesaggistici unici, fondati sull’acqua. Pioggia, laghi, cascate ad arrivare ai fiordi. Le strade, spesso a una corsia, attraversano luoghi che sono a tre ore di volo da Roma, ma in verità lontani, incommensurabilmente distanti.
Per arrivare a Stavanger dal Telemark si passa sulla Luna. È un paesaggio lunare quello che abbiamo attraversato con destinazione Lysebotn. La strada panoramica, non a caso considerata monumento nazionale, è incredibile. Una corsia, doppio senso di marcia: si attraversa la luna. Rocce metamorfiche, verdi, con ghiacciai, laghetti e strani cumuli di pietra. Ti aspetti di incrociare astronavi, si incontrano moltissimi camper e, vista la larghezza della strada, appare molto strano.
Ammetto la mia ignoranza: non avevo mai sentito parlare di lei, ora ne sono innamorato. Stavanger, antica città portuale norvegese mi ha conquistato con le sue casette di legno bianche, i suoi vicoli da città di mare, la sua inconfondibile luce, la sua gente simpatica e accogliente. C’era la festa del mangiare e bere bene e io e mia moglie le abbiamo fatto onore. Stand gastronomici, tipo le vecchie italianissime feste dell’Unità dove la gente mangiava (un po’), beveva (molto) e cantava. Non conoscendo i testi e non potendo intonare le simpatiche canzoni popolari norvegesi, io e mia moglie siamo andati con un bicchiere di birra in mano a girare per strada rischiando l’arresto da parte delle solerti forze di polizia scandinave.
Da Stavanger il traghetto per Tau, da lì verso il mitico Preikenstolen, il “pulpito” di roccia. Oltre 600 metri a picco sul mare, uno spettacolo grandioso e unico, raggiungibile dopo due ore di camminata. In quelle due ore le condizioni climatiche saranno cambiate una quindicina di volte: le foto scattate durante l’ascesa, sembrano fatte in giorni, se non mesi, diversi. Pioggia, sole, vento e ovviamente, una volta arrivati sul pulpito, nebbia! Grazie al provvidenziale diradarsi delle nubi abbiamo avuto la possibilità di ammirare uno spettacolo unico, da sindrome di Stendhal, che nessuna foto, nessun racconto potrà mai esplicitare, anche perché forse va goduto dopo quelle due ore di duro e bagnato cammino.
Da Stavanger siamo partiti il mattino successivo vagando per due giorni tra fiordi e paesaggi meravigliosi. Abbiamo incontrato persino i troll a Kinsarvik, dove c’è tra l’altro la più antica Chiesa in pietra della Norvegia. Angoli incantati, incastonati tra le rocce e affacciati sul mare, dove spesso, si può avvertire lo scrosciare delle cascate e girandosi si può ammirare questo spettacolo della natura.
Dopo aver dormito a Sogndal (nomen omen), diritti verso Bergen, finendo di vedere i bellissimi fiordi e lo spettacolo naturale che caratterizza quella parte di Norvegia.
Bergen è patrimonio dell’umanità: il porto vecchio è così bello da sembrare finto. Un immenso mercato del pesce e casette colorate in legno. Bergen in fondo l’abbiamo rovinata noi visitatori. Una città dove la parte storica (Bryggen) è stata ripristinata e sviluppata su misura per i turisti: comodi da albergo (noi), camperisti, crocieristi. Una bellezza mordi e fuggi, un po’ troppo ammiccante, con troppi troll, troppi maglioni norvegesi, un mercato dove non si vende più il pesce ma è diventato un immenso ristorante. Noi un po' in disparte da tanta bellezza e troppi turisti ci siamo persi nella notte mai buia tra i vicoli del Bryggen, l'ultima sera in Norvegia.

(-viaggi.corriere.it-)

Annunci dei Viaggiatori

Stiamo organizzando un viaggio in fuoristrada in Islanda 2010 per il
3-19 Agosto oppure 10-26 Agosto e cerchiamo altri appassionati
viaggiatori che vogliano condividere con noi questa avventura
nell'isola del ghiaccio e del fuoco. Possono aderire qualsiasi modello
di 4x4 ed anche tutti coloro che non posseggono un proprio
fuoristrada, dato che potranno viaggiare a bordo di quelli
partecipanti.
Per spuntare delle tariffe agevolate, abbiamo gia' prenotato dei posti
sul traghetto (esauriti gia' da novembre 2009 !), persone e mezzi, ed
abbiamo ancora 4 posti liberi per altrettanti equipaggi 4x4, ma
dobbiamo confermarli al piu' presto.
La spesa preventivata oscilla fra i 1000/2200 euro per il costo nave,
persona, 4x4, cabina etcc...ma bisogna fare i conti con le scadenze !

Inviare un messaggio alla nostra casella - locanda.viaggiatore@gmail.com con oggetto: "viaggio islanda"