Benessere viaggiando: le Terme dei Papi

Dagli etruschi ai romani, da Dante a Michelangelo, sono in tanti ad aver scoperto ed apprezzato le risorse termali di Viterbo. Ma, tra tutti, molteplici Papi tra cui uno, Niccolò V, fu visitatore talmente assiduo da aver determinato la fama dell’area ove sgorgano le acque dalle proprietà benefiche oggi conosciuta come “Terme dei Papi”.
Un po’ di storia
Furono gli etruschi a sfruttare per primi le proprietà delle acque termali di Viterbo, così che quando i romani nel III secolo a.c. distrussero i borghi che si trovavano oltre le vette del Cimino, mantennero invece funzionanti le strutture che la popolazione locale aveva edificato al termine di una strada che partiva dal borgo di Surrena, destinato a diventare Viterbo: per molto tempo, quindi, le Terme furono dette “degli etruschi”.
I romani, quindi, seppero sfruttare le risorse termali della zona, ampliando le strutture i cui resti, oggi, sono visibili per ben 11 chilometri lungo l’antica Via Cassia, con vestigia particolarmente significative nelle prossimità delle tre sorgenti maggiormente sfruttate: la Aquae Passeris, la Paliano e la Bullicame; numerosi gli scritti che documentano la popolarità delle terme viterbesi, tra i quali anche una testimonianza del medico dell’Imperatore Tiberio, Scribonio Largo.
Il nome di “Terme dei Papi” con il quale è oggi conosciuto il complesso termale di Viterbo, è naturalmente correlato all’uso che ne vollero fare i pontefici. Il primo Papa di cui è stato tramandato l’utilizzo delle acque benefiche fu Gregorio IX, cui fece seguito Bonifacio IX, che soffriva di dolori alle ossa e che giunse a Viterbo nel 1404 su suggerimento dei priori locali. Tuttavia il Papa che ha lasciato il segno più importante sulle Terme è stato Niccolò V che fece edificare in loco nel 1450 un palazzo (“Bagno del Papa”) per poter soggiornare più comodamente durante le sue assidue frequentazioni; pochi anni dopo anche Pio II volle dare un significativo contributo alle terme di Viterbo promuovendo importanti lavori di ristrutturazione e ammodernamento.
Papi a parte, le Terme di Viterbo hanno avuto altre, prestigiose frequentazioni quale quella di Michelangelo, che le volle anche ritrarre in due disegni a penna oggi conservati al Museo di Vicar de Lille, in Francia, e prima di lui quella di Dante Alighieri che citò la sorgente Bullicame più volte nel corso della Divina Commedia.
Ad un periodo di decadimento delle terme e dell’intera area conseguenti alle devastazioni dei lanzichenecchi nel ‘500 e ad una imponente alluvione nel ‘700, ha fatto seguito una ripresa alla fine dell’800.
Le acque termali
Le acque di Viterbo emergono da una frattura della crosta terrestre lunga 12 chilometri: si tratta di acque ipertermali con una temperatura che varia dai 40° ai 50° ricche di sali di zolfo e bicarbonato di calcio, classificate come sulfureo-solfato-bicarbonato-alcalino-terrose. La sorgente più importante, come detto, è la Bullicame, le cui caratteristiche chimico-fisiche la rendono particolarmente efficace per il trattamento delle affezioni croniche dell’apparato respiratorio, per quello osteoarticolare ma anche per le malattie della cute, dell’apparato genitale e per le malattie dismetaboliche. Altre acque dalle diverse composizioni vengono utilizzate in gastroenterologia, angiologia e stomatologia; in particolare, quelle del Bagno del Papa, a carattere carbonico-ferruginoso, possiedono proprietà utili nel trattamento della vasculopatie periferiche.
Molto utilizzati ed apprezzati, alle Terme dei Papi, anche i fanghi che si presentano in forma già matura sul fondo argilloso di un laghetto vulcanico detto Bagnaccio: il fango lavico di colore grigio viene utilizzato in fangoterapia mentre quello sorgivo di colore bianco trova il suo utilizzo principale nei trattamenti estetici.

Gli stabilimenti termali
Rinnovate ed ampliate nel 1994, le strutture dei Bagni dei Papi sono tra le più attrezzate del Lazio e offrono le cure tradizionali della medicina termale – dalle inalazioni alla fangoterapia, dalla sauna ai massaggi – ma anche molte terapie, comprese quelle dermatologiche ed estetiche e quelle dolci e rilassanti della tradizione orientale. Dotate di albergo e ristorante, hanno come fiore all’occhiello una piscina monumentale di oltre 2000mq alimentata dalla sorgente del Bullicame ed utilizzabile anche durante i mesi invernali.
Rinomata anche la grotta terapeutica caldo-umida, ove l’acqua ipertermale cade sotto forma di cascatelle creando così in modo naturale le condizioni climatiche ed ambientali e dove dopo il trattamento è possibile rilassarsi in un’area apposita prima di sottoporsi ad una doccia rinfrescante.
Le aree termali aperte liberamente al pubblico sono quelle di Bagnaccio, alimentata da diverse sorgenti sia ipertermali che ipotermali ma priva di servizi, quella del Parco del Bullicame (anch’essa senza servizi) e la Piscine Carletti, costituita da due sorgenti ipertermali con caratteristiche simili a quelle del Bulicame.
A pagamento e dotata di servizi è il Centro termale delle Masse di San Sisto, nel quale sono presenti due vasche, una grande con acqua termale calda ed una più piccola con acqua termale tiepida.
Turismo nei dintorni Viterbo e le sue terme si trovano nella regione della Tuscia, tra il Mar Tirreno, la Toscana e l’Umbria. Anticamente abitata dagli etruschi, la Tuscia conserva ancora molteplici testimonianze della loro civiltà così come quelle della epoca romana augustea. Imperdibile, per gli amanti del turismo archeologico, una visita alla città di Tarquinia con una vasta necropoli ove si possono ammirare, tra l’altro, delle pitture tombali e un museo di vestigia etrusche tra i più importanti d’Italia. Altre città da vedere sono Ferento, che conserva uno splendido teatro romano, Vulci, Tuscania, Vitorchiano e la medievale Civita di Bagnoregio, la “città che muore”, cui si accede solo a piedi per mezzo di un ponte stretto e lungo e che sovrasta una grande vallata sottostante con un panorama molto suggestivo. La stessa Viterbo offre numerosi motivi di interesse culturale, in gran parte legati ai fasti papali come il quartiere di San Pellegrino, nel pieno centro della città, sede di molte botteghe d’arte ed edifici come il celebre Palazzo dei Papi o la Cattedrale con il campanile gotico e la facciata rinascimentale.
Gli amanti del turismo naturalistico potranno inoltrarsi piacevolmente nei boschi dei Colli Cimini, ove è possibile anche passeggiare a cavallo e ammirare scenari come quello offerto dal Lago di Vico, di origine vulcanica o il lago di Bolsena, il più grande d’Europa, che offre la possibilità di raggiungere in barca le isole Martana e Bisentina.
Non lontano da Viterbo altre mete turistiche come Bagnaia, con la rinascimentale Villa Lente, Caprarola con il Palazzo Farnese e Bomarzo, con il celebre “Parco dei Mostri”.

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