Diario di viaggio: Albania

Un viaggio in Albania inizia quando inizi a dirlo in giro. Agli amici. Ai conoscenti. Ai parenti.
“In Albania???” A seconda dei casi il tono può esprimere: terrore. Stupore da viaggio su Marte. Indignazione come se stessi tradendo qualcosa o qualcuno. Sarcasmo. Senso di superiorità di chi sa di stare dalla parte della verità. Altro.
In fondo, è legittimo. Viviamo di stereotipi.
E così via, vai con gli “attenta ai kalashnikov”, “occhio ai campi minati, inoltre non avessi mai detto che in Albania ci andavo via mare. “E ci vai col gommone?”.
Ah!ah! Ad onor del vero, qualcuno ha reagito bene. “Interessante”, ha detto.
A Bari la nave ti porta a Durazzo. Ecco,agli italiani che decidono di fare un viaggio in Albania (soprattutto quelli del tipo: “In Albania???”) consiglio di passare da Bari, prima.
Poi ne riparliamo.

Accoglienza e “coccole”
I ragazzi albanesi hanno inventato un lavoro per mantenersi gli studi universitari: coccolare i turisti. Cioè ospitarli a casa propria, portarli in giro per il paese, farglielo vedere attraverso i loro occhi, con incontri sulla storia e le tradizioni albanesi.
Un’idea straordinaria!

Una spiaggia insolita
Sulle spiagge di Durazzo passano: uomini con serpenti avvinghiati al collo, uomini con orsi al guinzaglio, uomini con carretti stracarichi di salvagenti palle piscinette, uomini con tiro a segno, macchine della polizia. Sul bagnasciuga. Il serpente, se lo desideri, te lo avvinghiano al collo e ti fanno una foto. L’orso non so come te lo mettono. Il tiro a segno consiste in una bicicletta con annesso pannello che una volta sceso il signore del tiro a segno apre, poi stacca uno sgabello pure lui annesso alla bicicletta, lo posiziona a qualche metro dal pannello e il tiro a segno è pronto. Sul pannello, oltre ai soliti cerchi concentrici, sono appese foto di donnine in abbigliamento e posizioni osé. Il signore appoggia il fucile ad aria compressa sullo sgabello e aspetta. Arrivano presto i clienti: prima i ragazzini, poi i ragazzini con i papà, poi solo i papà con gli amici dei papà. E i ragazzini stanno a guardare. Quando si dice che tutto mondo è paese.

TiranaVerso Tirana
Da Durazzo a Tirana prendiamo un pullmino ultima generazione che in quanto trasporto privato viaggia alla velocità della luce per fare più viaggi possibili al giorno.
A Tirana conosco i grandi capi di Vivalbania, sono Erjona di ventisette anni e Aleksander di ventuno. Arriverà, con calma, il resto del gruppo di turisti italiani. E’ un viaggio organizzato, è un viaggio solidale. Che si appoggia ai ragazzi di Vivalbania.
Ed eccoci tutti in albergo, tutti presentati.
Il primo giorno lo passiamo a Tirana. E’ Drilona la nostra guida. E’ lei che ci porta a cambiare gli euro in leke, che ci accompagna al museo di storia albanese, che ci trova un fast food per il pranzo.
Mentre Erjona, dalle retrovie, si occupa di tutto: lei non fa la guida ma guida tutto. Si tiene in contatto con i ragazzi, mentre portano in giro i turisti: sente come sta andando, decidono il da farsi, si confrontano, si raccontano. E poi, dicono di non essere dei professionisti!

La mattina dopo è tempo di partire per il sud.
Arrivano all’albergo Erjona e Alex, che sarà la nostra fedele guida nel giro al sud dell’Albania. Erjona non parte con noi, ma è venuta a salutarci e augurarci buon viaggio: capite le coccole?
L’Albania è strana, piano piano, ti entra dentro. Sarà perché loro, gli albanesi, te le presentano con passione e senso di appartenenza?
Berat è la città dalle mille e una finestre, sono stata tentata di contarle. Ho desistito quasi subito, sono davvero tante.
Quasi tutte le cittadine hanno un castello in cima a un roccione, da cui godi di una vista spettacolare e vedi i turchi, caso mai tornassero.

L’Occhio Azzurro:
Sulla strada per Saranda, ci fermiamo alla sorgente chiamata Occhio Azzurro. E’ davvero azzurro. Lui, l’Occhio, sta lì e ti guarda. Se gli sei simpatico ti fa l’occhiolino.
Saranda ci appare in tutta la sua bellezza albanese. Mangiamo pesce e viene a prenderci Artin. Artin e sua sorella Viola sono le guide del sud, ci ospiteranno per due notti a casa loro, a Xamil, un paesino a pochi chilometri da Saranda, sul mare pure lui.
A metà strada tra Oriente e Occidente.
Trascorsi i due giorni a Xamil, nel profondo sud, giunge ahimè l’ora di ripartire.
Baci e abbracci e foto di gruppo con Artin e Viola.
Nella pausa pranzo, in un’incantevole spiaggia di sassolini e dall’acqua turchese e gelida, con la nostra fedele guida Alex.
Alex ci spiega che l’Albania, geograficamente parlando, ha una posizione che ha fatto e fa gola ai pescecani. I soliti. Sta lì, come una porta sull’Oriente. O una porta sull’Occidente, dipende dal punto in cui uno la guarda. E controlla chi entra nell’Adriatico. E chi esce.

Di ritorno..
A Scutari c’è un luogo magico. Nel raggio di poche decine di metri convivono una moschea, una chiesa ortodossa e una chiesa cattolica. Quando una delle tre chiese festeggia anche le altre due partecipano. Si uniscono i tre luoghi di culto. Rajmonda, mentre ce lo racconta, è emozionata. Dice che è un qualcosa che non succede spesso, nel mondo. Probabilmente solo a Scutari.
Finita la festa, è il momento della riunione finale. Si chiude il cerchio. I ragazzi mi salutano ognuno con una frase. Dedidacata a me. Trattengo a stento le lacrime, che scenderanno dopo, sul ponte della nave. L’Adriatico, scrivo in un sms a Erjona, mi sembra l’oceano!

Diario di viaggio di Daniela Seregni

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dobbiamo confermarli al piu' presto.
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